BUONO A SAPERSI “IN SANITA”

Scopri le notizie sulla Sanità : leggi e approfondisci  BUONO A SAPERSI IN SANITÀ.

La Sanità è un tema di vitale importanza per ogni cittadino. Con il continuo evolversi delle leggi, delle tecnologie e delle pratiche mediche, è fondamentale rimanere aggiornati.

BUONO A SAPERSI è la nuova rubrica pensata per aiutarti a capire meglio come funziona la burocrazia sanitaria. Con un linguaggio semplice e diretto, Chiara Prinzi, esperta in comunicazione sanitaria, ti guiderà passo passo per semplificare il tuo accesso alle cure, conoscere i tuoi diritti e doveri e orientarti facilmente in un sistema spesso complesso ma fondamentale per la tua salute.

In questa sezione, troverai tutte le notizie più recenti e gli approfondimenti su ciò che è BUONO A SAPERSI IN SANITÀ.

 

31/03/2025

          1: Le informazioni sulla Sanità

 

IL FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA SANITARIO ITALIANO

Universalità, uguaglianza ed equità al centro di un modello unico al mondo.

Dal 1978, anno di istituzione del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) con la Legge 833, l’Italia ha tradotto in pratica l’articolo 32 della propria Costituzione, che riconosce il diritto alla salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività. Questo principio si è concretizzato in un modello basato sull’accesso universale alle cure, indipendentemente dal reddito o dalla regione di residenza.

Un privilegio enorme se consideriamo che in altri Paesi l’accesso alle cure esclude grosse fette di popolazione che non possono permettersi di pagare una assicurazione sanitaria.

I livelli Essenziali di Assistenza (I Lea)

Il sistema sanitario italiano mette a disposizione del cittadino tutto quanto è esplicitamente contenuto all’interno dei Livelli Essenziali di Assistenza, i cosiddetti Lea; se una cura è nei Lea teoricamente lo Stato è tenuto a garantirla, gratuitamente o dietro pagamento del Ticket. I Lea si reggono su tre pilastri:

  • Programmi di sanità pubblica e prevenzione collettiva: come ad esempio i programmi vaccinali, la sicurezza alimentare, la sorveglianza sulle malattie infettive, la sorveglianza e la prevenzione delle malattie croniche, la programmazione di screening;
  • Attività assistenza ospedaliera, come ad esempio i pronto soccorso, la riabilitazione e le lungodegenze, i centri trasfusionali, le attività legate ai trapianti;
  • Attività di assistenza distrettuale diffuse sul territorio: il medico di medicina generale, il pediatra di libera scelta, l’assistenza farmaceutica, l’assistenza domiciliare, ma anche l’attività specialistica ambulatoriale e l’emergenza sanitaria territoriale, cioè il servizio del 118 (e del 112, se attivo nella vostra Regione).

Il Ruolo delle Regioni

Con la riforma del Titolo V della Costituzione nel 2001, le competenze sanitarie sono state trasferite dallo Stato alle Regioni, creando di fatto 21 servizi sanitari regionali. Si è così stabilita una suddivisione su tre livelli:

  1. Livello nazionale: comprende gli organi di indirizzo per cui parlamento e governo interagiscono con la Conferenza Stato Regioni, l’organo di raccordo finalizzato proprio alla collaborazione istituzionale tra Stato e Regioni supportati da organi tecnico scientifici come l’Istituto Superiore di Sanità, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), L’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS) e gli istituti zooprofilattici sperimentali;
  2. Livello regionale: Le regioni gestiscono e organizzano il servizio sul proprio territorio, applicando le norme nazionali;
  3. Livello locale:Le Aziende Sanitarie Locali (ASL) o Aziende Socio-Sanitarie Territoriali (ASST), insieme alle Aziende Ospedaliere, assicurano le prestazioni sanitarie quotidiane. I Comuni collaborano alla prevenzione, all’assistenza domiciliare e ai servizi sociosanitari integrati.

Questa ampia autonomia regionale permette di adattare i servizi alle esigenze specifiche dei territori, ma può anche generare disuguaglianze nell’offerta e nella

qualità delle cure, alimentando il fenomeno della mobilità sanitaria interregionale.  Alcune Regioni, più virtuose, riescono infatti a potenziare i propri servizi e a richiamare pazienti da altre Regioni (mobilità attiva), mentre altre faticano ad offrire prestazioni adeguate (mobilità passiva), con un importante aggravio di spesa per le regioni stesse. La mobilità passiva infatti rappresenta un costo per le Regioni; nel 2024 la Fondazione Gimbe ha stimato che nel 2021 la Regione Sardegna abbia speso oltre 64 milioni di euro in prestazioni di mobilità passiva.

Come si finanzia il sistema sanitario nazionale?

Il sistema è per la gran parte finanziato e sostenuto dalla fiscalità generale: le tasse dei cittadini e i contributi dei lavoratori e delle imprese. Ciò significa che, almeno nelle intenzioni, la salute è vista come un bene comune, finanziato solidalmente da tutti. I servizi essenziali sono gratuiti, altri prevedono una compartecipazione del cittadino, altri invece, considerati non essenziali, sono a pagamento:

  • Prestazioni garantite a titolo gratuito: La medicina di base (medico di famiglia e pediatra di libera scelta), le emergenze/urgenze, i ricoveri ospedalieri, e i percorsi di cura per molte malattie croniche sono coperti senza costi diretti per il cittadino.
  • Il Ticket sanitario: Per alcuni esami diagnostici, visite specialistiche o prestazioni ambulatoriali può essere richiesto al cittadino il pagamento del ticket, una quota di compartecipazione alle ingenti spese del servizio sanitario nazionale. Tuttavia, sono previste numerose esenzioni in base a reddito, età, patologie croniche o invalidità.
  • I Farmaci: I farmaci considerati essenziali o indispensabili per la salute sono forniti gratuitamente o con costi ridotti, mentre quelli non essenziali, o le classi di farmaci a fascia C, restano interamente a carico del cittadino.

Il cittadino può affidarsi ai servizi di ospedali e ambulatori pubblici o a strutture private accreditate dal sistema sanitario nazionale, sia nella propria regione che in altre Regioni Italiane.

Pur con le sue grandi criticità Il Sistema Sanitario Italiano è un pilastro della nostra società, una conquista collettiva che garantisce una solida assistenza sanitaria. Conoscere come funziona, quali diritti ci spettano e come usufruirne al meglio, è il primo passo per operare scelte consapevoli.

 

Chiara Prinzi

 

07/04/2025

2: TICKET SANITARIO

 

TICKET SANITARIO: ECCO COME FUNZIONA LA QUOTA DI COMPARTECIPAZIONE

Il ticket sanitario rappresenta la quota di compartecipazione diretta dei cittadini alla spesa pubblica per l’assistenza sanitaria fornita dallo Stato e dalla Regione di riferimento. Secondo quanto stabilito dai Livelli essenziali di assistenza (LEA), definiti con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 gennaio 2017, sono diverse le prestazioni per le quali viene richiesto il pagamento di un ticket. Tra queste rientrano le visite specialistiche, gli esami di diagnostica strumentale, gli esami di laboratorio, le prestazioni erogate in pronto soccorso non classificate come emergenze o urgenze (codici bianchi) e non seguite da ricovero, e le cure termali.

Il costo massimo del ticket

L’importo del ticket varia in base alla Regione di appartenenza.  Il range di spesa oscilla dai 36,15 ai 45,15 euro, con la possibilità che tale quota massima cambi a seconda delle delibere locali.

Per calcolare il ticket, gli operatori del Centro Unico di Prenotazione (CUP) sommano le tariffe di ogni singola visita o esame indicato nella ricetta (le singole tariffe sono definite nel Nomenclatore tariffario regionale della specialistica ambulatoriale) e, anche se il totale è superiore alla soglia, il ticket non supera la quota massima stabilita dalla regione di riferimento.

In Sardegna, ad esempio, il ticket massimo ammonta 46,15 euro per chi non gode si alcuna esenzione.

I dati completi, aggiornati al 2024, sono disponibili sul suto del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Monitoraggio della spesa sanitaria 2024).

Inoltre, in Sardegna è stato recentemente approvato il “Nomenclatore e Catalogo delle prestazioni specialistiche ambulatoriali erogabili nell’ambito del Servizio sanitario regionale” in vigore dal 30 dicembre 2024 consultabile online sul sito della RAS.

Validità dell’impegnativa

L’impegnativa ha validità di sei mesi dalla data di rilascio, che è riportata sull’impegnativa. La prestazione deve quindi essere erogata entro questo arco temporale. Il superamento dei 180 giorni richiede una nuova emissione dell’impegnativa da parte del medico di medicina generale.

Il numero di prestazioni sulla stessa ricetta

La normativa nazionale prevede che su un’unica impegnativa possano essere prescritte fino a un massimo di otto prestazioni ambulatoriali, purché appartengano alla stessa branca specialistica (ad esempio, esami di laboratorio) e abbiano un collegamento clinico (ossia siano richieste nell’ambito della stessa indagine diagnostica o per lo stesso problema di salute).

È fondamentale ricordare che le norme possono variare da una regione all’altra, per evitare inconvenienti è dunque sempre consigliabile confrontarsi con il proprio medico di medicina generale.

Chiara Prinzi

 

          Continua a seguirci per le notizie più aggiornate sulla Sanità e per ulteriori approfondimenti. La salute è il nostro bene più prezioso, quindi restare informati è fondamentale!                                 14/4/2025

3)     TAC e Risonanza Magnetica: quando la ricetta del medico di base potrebbe non bastare

TAC e Risonanza Magnetica: quando la ricetta del medico di base potrebbe non bastare                                                                                                                                                      Potrebbe capitare, al momento di effettuare un esame radiologico come una Tac o Risonanza Magnetica, di vedersi chiedere, oltre all’impegnativa del proprio medico di medicina generale, anche la prescrizione dello specialista che ha suggerito l’approfondimento diagnostico. Un inconveniente non raro, collegato all’applicazione della delibera n. 99 dell’11/05/2023, emanata dal Direttore Generale ARES, che disciplina le procedure di controllo sull’appropriatezza delle prestazioni di specialistica ambulatoriale erogate dai privati accreditati e convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

La Regione Autonoma della Sardegna, in quanto soggetto finanziatore, stabilisce l’entità delle risorse da destinare alle prestazioni sanitarie sul proprio territorio.  Nell’ottica di garantire la sostenibilità economica del sistema, la Regione richiede alle strutture private accreditate un rendiconto dettagliato delle procedure effettuate, così da verificarne l’appropriatezza.

Nel caso specifico di esami come Tac o Risonanze Magnetiche, la Regione considera “valida”, e dunque rimborsabile, solo la prestazione provvista sia di impegnativa de medico di medicina generale, sia della richiesta del medico specialista. Se uno di questi requisiti manca, la prestazione rischia di non essere rimborsata alla struttura che l’ha già erogata.

Pur non avendo l’obbligo di rendicontazione alla Regione, anche molti ospedali pubblici richiedono il doppio documento, proprio per erogare l’esame diagnostico quando realmente necessario.

La delibera ARES definisce anche le modalità di controllo; Entro il 10 di ogni mese, le strutture sanitarie private accreditate sono tenute a rendicontare tutte le prestazioni eseguite nel mese precedente. Sulla base delle informazioni inviate, le strutture ricevono il rimborso economico delle procedure ritenute appropriate fino al raggiungimento del tetto di spesa stanziato per quella specifica struttura.

La regione, sulla base della risultante dei controlli sanitari e di appropriatezza effettuati, contesta alla struttura erogante le prestazioni non ammesse al pagamento. Ogni Tac e Risonanza magnetica non opportunamente corredata da impegnativa del medico curante e da richiesta del medico specialista non viene considerata valida dalla Regione e quindi non rimborsata.

In conclusione, quello che può sembrare un eccesso di zelo da parte di alcune strutture del territorio, fa parte di un meccanismo di controllo volto a garantire l’uso efficiente delle risorse pubbliche e la sicurezza dei pazienti.

Chiara Prinzi

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4) I PERCORSI DI TUTELA: che cosa è e come si accede.

28/04/2025

I percorsi di tutela sono procedure specifiche adottate dagli enti del Servizio Sanitario Regionale per garantire ai cittadini l’accesso alle prestazioni specialistiche quanto i tempi previsti dalle prescrizioni mediche non vengono rispettati.

Nonostante siano recentemente diventati argomento di discussione pubblica, questi percorsi sono da tempo contemplati da normative nazionali anche se manca ad oggi una guida chiara su come attivarli concretamente.

Per colmare questa lacuna, il 21 agosto del 2024, la Regione Sardegna, con la deliberazione 30/17, ha definito in maniera precisa le modalità di attivazione e fruizione dei percorsi di tutela. La delibera regionale precisa che queste procedure sono valide esclusivamente per le richieste di primo accesso ovvero per le visite e le prestazioni diagnostiche/terapeutiche che rappresentano il primo contatto del paziente con il Sistema Sanitario Regionale rispetto ad uno specifico problema di salute.

Ogni altra prestazione che segue la prima visita è da considerarsi all’interno della presa in carico della struttura ospedaliera o ambulatoriale e pertanto non rientra nelle fattispecie dei percorsi di tutela.

La procedura prevede inizialmente un contatto con il CUP regionale, incaricato di individuare la disponibilità della prestazione richiesta prioritariamente presso la Asl di residenza del paziente e successivamente a livello regionale.  Se il servizio non riesce a trovare una disponibilità nei tempi stabiliti, la prestazione viene inserita nel cosiddetto “contenitore di Garanzia”. Da qui, ogni Asl è chiamata ad intervenire con soluzioni concrete per garantire il rispetto delle tempistiche, come l’utilizzo di slot aggiuntivi, attività di overbooking, apertura straordinaria nei weekend, richieste di disponibilità ad altre aziende sanitarie locali/ Aziende ospedaliere o universitarie o ad erogatori privati accreditati e l’utilizzo della libera professione intramuraria.

In assenza di soluzioni, il paziente viene inserito in una “Pre – lista” e ricontattato dall’Azienda, che gli fornirà l’appuntamento con una tempistica che consenta di rispettare la priorità definita dalla prescrizione.

Qualora, nonostante tutte queste azioni, il sistema sanitario regionale non riesca comunque a garantire la prestazione, secondo il decreto legislativo n.124 del 1998, il cittadino può richiedere che la stessa venga effettuata in regime di libera professione intramuraria, ponendo a carico dell’Azienda sanitaria il corso della prestazione al netto dell’eventuale ticket dovuto.

La Regione Sardegna chiarisce però che questa opzione rappresenta una soluzione estrema e residuale, sottolineando categoricamente che non sono ammessi rimborsi per prestazioni già erogate senza preventiva autorizzazione.

Ogni richiesta di prestazione in regime di libera professione deve quindi essere preventivamente autorizzata dalla Asl di competenza.

 

  • A cura di Chiara Prinzi

 

05/05/2025

 5) Come Leggere correttamente le impegnative sanitarie: guida pratica alle prescrizioni ambulatoriali e strumentali.

Nel panorama della sanità italiana, l’impegnativa medica rappresenta uno strumento cruciale per accedere a visite specialistiche, esami diagnostici e prestazioni terapeutiche a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Rilasciata dal medico di medicina generale (MMG) o da uno specialista accreditato, l’impegnativa ha un ruolo strategico nell’ottimizzazione delle risorse sanitario e nella gestione delle liste d’attesa.

Negli ultimi anni, il processo di digitalizzazione ha portato alla dematerializzazione della ricetta, rendendo il sistema più efficiente e tracciabile. Oggi, le prescrizioni vengono trasmesse elettronicamente dal medico al Sistema di Accoglienza Centrale (SAC) tramite un software gestionale. Questo sistema effettua una serie di controlli automatici – dalla verifica dei dati dell’assistito e del medico prescrittore, alla validazione dei codici di esenzione, dei farmaci, delle prestazioni e della loro correttezza formale. Se la procedura va a buon fine, al documento viene attribuito un Numero di Ricetta Elettronica (NRE) e viene generato un promemoria, che l’assistito può stampare o consultare online dal Fascicolo Sanitario Elettronico.

Ma come si legge correttamente un’impegnativa sanitaria? Nonostante alcune variazioni regionali, ogni ricetta segue una struttura standard che include i seguenti campi fondamentali:

 

  1. Dati dell’assistito Comprendono nome, codice fiscale e indirizzo di residenza. Servono ad identificare con precisione l’assistito e ad associarlo al suo profilo sanitario.
  2. NRE (numero di ricetta elettronica): è un codice di 15 cifre situato in altro a destra sotto il codice a barre. È essenziale per la prenotazione della prestazione e per il riconoscimento della prescrizione da parte del sistema.
  3. Dati del Medico Prescrittore: Include nome, cognome e codice fiscale del medico. Nella sezione “Disposizioni Regionali” è indicato il ruolo del medico prescrittore (MMG o Specialista). Questo dettaglio è determinante per alcune prestazioni che possono essere prescritte solo da uno specialista, come Risonanze Magnetiche e Tac. In tali casi, l’impegnativa del solo medico di base non è sufficiente e sarà richiesto all’assistito di presentare, al momento dell’accettazione, anche la richiesta dello specialista. Se invece il medico prescrittore è uno specialista sarà sufficiente la sola impegnativa.
  4. Codice Esenzione: Se il paziente ha diritto all’esenzione dal ticket sanitario, il relativo codice deve essere indicato chiaramente sulla ricetta. In sua assenza, al momento dell’accettazione non sarà possibile applicare l’esenzione.
    1. Priorità della Prescrizione: Informazione obbligatoria per i primi accessi e indica la tempistica entro la quale il medico prescrittore ritiene si debba eseguire l’esame o la visita specialistica. Le priorità si dividono in U (urgente, entro le 72 ore), B (Breve entro 10 giorni), D (differibile entro 30 giorni per le visite ed entro 60 giorni per accertamenti diagnostici), P (programmabile (entro 180 giorni).
    2. Quesito diagnostico: L’indicazione della diagnosi o el sospetto diagnostico è obbligatoria. Il medico descrive le ragioni cliniche che giustificano la necessità della prestazione (ad es. sospetta patologia, sintomatologia specifica, etc.). Il quesito diagnostico è vincolante anche per l’erogatore della prestazione. In mancanza di un quesito diagnostico appropriato in relazione al codice della prestazione, la Regione non rimborserà alla struttura la prestazione erogata all’assistito.
    3. Codice della prestazione: Il Catalogo delle prestazioni specialistiche ed esami riporta l’elenco delle prestazioni sanitarie prescrivibili ed erogabili nel territorio sardo, a ciascuna dele quali è associato un codice identificativo del nomenclatore tariffario regionale. Nelle prescrizioni è corretto riportare entrambi i codici che permettono all’erogatore di identificare immediatamente la prestazione, ed è fondamentale anche nel successivo processo di rendicontazione e gestione amministrativa. Nel nostro esempio riportiamo:

    89.7 (S08V01) – VISITA CARDIOLOGICA

    Codice nomenclatore (codice catalogo) – descrizione catalogo  

    Conoscere i campi dell’impegnativa sanitaria è un tassello fondamentale per costruirsi un bagaglio di conoscenze utili a compiere scelte consapevoli e ad orientarsi con maggiore sicurezza nel complesso universo della burocrazia sanitaria che affrontiamo ogni giorno.

    A cura di: Chiara Prinzi            

 

9 maggio 2025

6) Come si prenota una prestazione ambulatoriale in convenzione con il sistema sanitario?

Può capitare, e spesso capita, che arrivi il momento di prenotare autonomamente una prestazione sanitaria e di non sapere a chi rivolgersi e in che modo farlo.

Questo succede frequentemente in giovane età, soprattutto quando si è abituati a beneficiare del supporto familiare anche per le questioni burocratiche sanitarie.

È importante sapere che il nostro primo punto di riferimento è sempre il medico di medicina generale, chiamato fino a poco tempo fa, non a caso, il “medico di famiglia”.

In caso di necessità, dunque, è opportuno fissare un primo incontro con il proprio medico, che, dopo aver ascoltato e valutato la situazione ci indicherà il percorso più appropriato, sia esso diagnostico o terapeutico. Qualora lo ritenga necessario, il medico potrà prescrivere ulteriori accertamenti come una visita specialistica ambulatoriale, analisi, esami diagnostici strumentali, fornendoci il promemoria cartaceo della ricetta dematerializzata.

Il promemoria, disponibile anche online tramite il Fascicolo Sanitario Elettronico, contiene le nostre informazioni personali, il codice NRE (numero di Ricetta Elettronica), il tipo di prestazione richiesta con relativi codici identificativi, eventuali esenzioni, il livello di urgenza e il quesito diagnostico, cioè il sintomo o la presunta causa del problema.

Ho l’impegnativa, come prenoto?

Con l’impegnativa in mano, è possibile chiamare il Cup (Centro Unico di Prenotazione), che può essere regionale o relativo ad una singola struttura ospedaliera. In Sardegna, ad esempio, è disponibile anche il CUPWEB, un pratico servizio online per il quale è necessario possedere un’identità digitale Spid. In alternativa, laddove previsto, ci si può recare direttamente agli sportelli fisici del Cup per effettuare la prenotazione. Tutte le informazioni necessarie alla prenotazione sono già indicate nell’impegnativa.

E se non ho l’impegnativa?

Nel caso in cui non sia ottenere una visita in tempi brevi tramite il sistema sanitario pubblico, on in assenza della prescrizione del medico di medicina generale, si può ricorrere alla modalità privata (attività solvente). In questo caso non è necessaria alcuna prescrizione.

Il giorno dell’appuntamento.

Il giorno dell’appuntamento arrivati in ospedale, la prima cosa da fare è l’accettazione, durante la quale il personale verificherà la prenotazione, i documenti d’identità, ritirerà l’impegnativa cartacea e predisporrà il pagamento del ticket sanitario, se previsto. Al termine di questa procedura, il paziente riceve una ricevuta di pagamento e, spesso, un numero identificativo con il quale verrà chiamato dall’ambulatorio per la visita o la prestazione richiesta.

E dopo la visita?

Al termine della visita specialistica verrà rilasciato un referto che è opportuno condividere con il proprio medico di medicina generale per definire gli eventuali passi diagnostici o terapeutici.

A volte, lo stesso medico specialista può avere la possibilità di prescriverci, su ricetta rossa, eventuali ulteriori approfondimenti diagnostici.

Perché è importante disdire una prestazione prenotata?

È molto importante, sia per ragioni burocratiche che morali, disdire tempestivamente eventuali prestazioni già prenotate.

Dal punto di vista burocratico, una volta che si prenota una prestazione tramite il sistema sanitario, l’impegnativa viene “presa in carico”, cioè, “bloccata” dal sistema stesso di prenotazione e non può essere utilizzata altrove. Se la prestazione non viene annullata per tempo, l’impegnativa diventa inutilizzabile, e sarà necessario richiedere una nuova prescrizione al vostro medico di medicina generale.

Dal punto di vista morale, specialmente in un contesto sanitario delicato come quello attuale, prenotare una prestazione e non usufruirne è una grave mancanza di rispetto verso altri pazienti che attendono di poter effettuare la stessa prestazione. Un atteggiamento molto negativo che peraltro si ripercuote a cascata su tutti noi, e che contribuisce ad allungare le liste d’attesa.

 

 

 

Chiara Prinzi